"Potrei andare ovunque"
Federica Perazzoli e Daniele Innamorato
Marco di Castri (Milano 1952) collabora come musicista con il gruppo Dedalus dal 1973. Il suo interesse per la fotografia e il cinema unito ad una particolare attenzione per il mondo dell'arte contemporanea lo portano, a partire dal 1982, ad approfondire l'uso del live tecniche cinematografiche in campo artistico. La sua esperienza si sviluppa insieme a Gianfranco Barberi nel progetto Cataloga, casa editrice specializzata in documentari su artisti, mostre e musei che ha realizzato con il Centre G. Pompidou, nel 1988, il primo video catalogo d'artista in Europa (Tinguely par Jean Tinguely).
Gianfranco Barberi (Frossasco 1944) dal 1969 al 1978 vive e lavora a Roma come sceneggiatore per il cinema e la televisione. L'incontro con Mario Bava avvia un vero sodalizio. Nel 1984, insieme a Marco di Castri, fonda la casa di produzione Cataloga con la quale, nel corso di un decennio, realizza numerosi documentari su alcuni dei più grandi artisti contemporanei.
Federica Perazzoli ( nata nel 1966) è un'artista svizzera, attualmente vive e lavora a Milano. Lavora utilizzando texture e tessuti per creare installazioni ambientali capaci di trasformare lo spazio domestico stesso in un'opera d'arte. Sperimenta anche la pittura su larga scala, creata appositamente per dare continuità tra linguaggi e narrazioni diverse, ponendosi alla base del rapporto arte/vita. Crea Foreste incantate libere e magiche.
Citando il curatore Giorgio Verzotti “I paesaggi, definiti con grande maestria su tele di grandi dimensioni ––alberi giganteschi, palme alte su sfondi dai colori sgargianti –– restituiscono il tempo lungo della meditazione, simboleggiato anche dalle piccole figure femminili che talvolta abitano questi luoghi immaginifici come presenze fiabesche. Dall’infotainment mainstream, l’artista filtra suggestioni che alla fine trasforma in scene sospese, quasi metafisiche, ma soprattutto silenziose o dal suono molto ovattato.
Non smette mai di cercare “qualcos’altro” rispetto a ciò che già c’è, e a un sogno preconfezionato preferisce la possibilità di un sogno autentico, da condividere con il lettore.